A 40 anni dalla morte di Chinnici
Mafia: figlio Chinnici,40 anni e Paese non lo ha dimenticato
Seminario a Palermo con Mattarella per ricordare magistrato
“Questa è una giornata molto significativa perché dimostra che a 40 anni dalla morte di mio padre il Paese non dimentica e ci ritroviamo qui dove tutto è cominciato”.
Lo ha detto Giovanni Chinnici figlio del consigliere istruttore Rocco a margine del seminario organizzato al palazzo di giustizia di Palermo a 40 anni dalla strage mafiosa che costò la vita al magistrato.
All’Incontro ha partecipato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“In un momento drammatico per il nostro Paese – ha aggiunto – mio padre comprese che per contrastare il fenomeno mafioso sempre più potente ed eversivo servivano giudici specializzati e nacque l’embrione del pool antimafia che poi portò avanti i processi che considero al maxiprocesso”.
Sulle riforme della giustizia in cantiere Chinnici ha ricordato che "la nostra legislazione è nata sulla scia di fatti drammatici che hanno portato a morti e stragi, e questo non può essere dimenticato".
Mafia, Nordio: “il metodo di Chinnici
valido anche oggi”
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia commemorativa del 40° anniversario della morte del giudice Rocco Chinnici, oggi 28 luglio 2023. (Foto di Paolo Giandotti – Ufficio Stampa per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
“Non é stato solo l’inventore del pool antimafia, né il primo a intuire quanto essenziale sia inseguire e colpire le ricchezze dei clan. Per primo propose una lettura unitaria dei fenomeni criminali e dei tanti delitti che insanguinavano la sua Palermo. E quella lezione sulla visione unitaria ci porta oggi fino al cuore delle istituzioni comunitarie, alla consapevolezza sempre più diffusa dell’importanza di condividere una stessa visione e un comune approccio contro una mafia che non conosce confini”.
Così un passaggio del messaggio congiunto del Ministro della Giustizia Carlo Nordio e del vice ministro Francesco Paolo Sisto, che stamane ha partecipato a Palermo al seminario in ricordo di Rocco Chinnici, a 40 anni dalla strage di via Pipitone.
Il 28 luglio 1983 persero la vita assieme al magistrato palermitano, Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta, i carabinieri della sua scorta, e Stefano Li Sacchi, il portiere dello stabile davanti cui era stata parcheggiata la macchina imbottita di tritolo.
“Il metodo di lavoro – ha proseguito Sisto – quelle intuizioni che permisero a Rocco Chinnici e poi ai suoi allievi Falcone e Borsellino, di infliggere colpi durissimi al potere criminale, continuino a essere applicate nelle sfide di oggi, come la criminalità economica o la mafia foggiana, troppo a lungo cresciuta nell’ombra, fino a diventare una delle nostre principali emergenze”
E ‘Memoria e continuità’ é proprio il titolo del seminario che si è tenuto a Palazzo di giustizia, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Presenti, fra gli altri, i figli Giovanni, Caterina e Elvira, il capo della Dna Giovanni Melillo, il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, la procuratrice generale Lia Sava, il presidente della corte d’appello Matteo Frasca, il presidente del tribunale di Palermo Piergiorgio Morosini, e il vice presidente del Csm, Fabio Pinelli.
“La mafia si trasforma ma resta sempre uguale a se stessa” ha sottolineato Sisto, ricordando che il monito di Rocco Chinnici “La mafia è crudele vocazione alla ricchezza”, é ancora oggi valido e che quindi il “tesoretto del Pnrr che sta arrivando in Italia va tenuto lontano dagli appetiti criminali”.
In conclusione Francesco Paolo Sisto ha voluto ricordare che proprio “Rocco Chinnici fu tra i primi magistrati a comprendere l’importanza dell’approccio culturale nella lotta alla mafia e in particolare la necessità di parlare ai giovani. La sua lettura del fenomeno mafioso era moderna e comprese che il singolo giudice, da solo, non ce l’avrebbe fatta e che solo il lavoro di squadra aveva possibilità di successo”.