Bimba morta in auto a Roma

Bimba morta in auto a Roma, la telefonata disperata della madre al marito: «Che cosa hai fatto?»
L’uomo 44enne è indagato per abbandono di minore

«Che cosa hai fatto?».

È questo che ha gridato al telefono con il marito la madre di Stella morta ieri a 14 mesi in una Renault rossa alla Cecchignola (Roma).

A rendersi conto che la piccola era stata dimenticata in auto dal padre è stata proprio lei e nell’immediato ha chiamato il padre della figlia e con tono disperato gli ha spiegato quanto successo.

L’uomo, un carabiniere di 44 anni, attorno alle 8 di mercoledì 7 giugno ha parcheggiato l’auto a pochi metri dal nido dove avrebbe dovuto accompagnare la figlia e – convinto di averla lasciata a scuola – ha chiuso la macchina ed è andato al lavoro.

Poi alle 15 la madre è andata al nido a prendere Stella, ma le educatrici le hanno riferito che era assente.

Poco dopo ha notato la presenza della macchina del marito parcheggiata e si è resa conto della bambina all’interno.

«Correte, correte, c’è una bambina che non respira. I finestrini sono chiusi, se la sono dimenticata», ha urlato la signora.
E un militare in servizio all’ingresso del parcheggio ha sfondato il vetro posteriore dell’auto e ha tentato di rianimare la piccola. Ma non c’è stato nulla da fare.

Intanto, le indagini proseguono e sono state affidate al procuratore aggiunto Paolo Ielo. Il 44enne è indagato per abbandono di minore.

Il giallo sul dispositivo anti-abbandono
Avrebbe dovuto lanciare l’allarme. Ma secondo alcune fonti non ha funzionato. Secondo altre non era installato

Stella è morta ieri a 14 mesi, rimasta quasi sette ore dentro l’auto.
Doveva andare nell’asilo di via dei Fucilieri a Roma ma il padre Sandro La Toma l’ha dimenticata in auto.
Il 44enne ha parcheggiato la macchina intorno alle 8.
Ha messo la sicura, ha chiuso i finestrini, è andato a lavorare.

Abbandono di minore
La magistratura ha disposto il sequestro della Renault elettrica acquistata nel febbraio 2023 e del passeggino in cui si trovava la bimba.

L’uomo ha altri due figli da una precedente relazione. Gli inquirenti vogliono capire se sull’auto era installato il dispositivo anti-abbandono.
La Stampa scrive che non ha suonato. Forse perché “l’ovetto” non era in regola.
Secondo Repubblica invece il dispositivo non era installato nell’auto, nonostante sia obbligatorio dal 2019 per contrastare la Forgotten Baby Syndrome.

Sono 11 i bambini dimenticati in auto.
Ma quello di Stella è il primo caso dall’entrata in vigore della legge.
I dispositivi funzionano emettendo segnali di allarme dentro e fuori il veicolo.

In alcuni comuni, come a Empoli, l’asilo nido ha l’obbligo di chiamare uno dei due genitori se i figli non si presentano.

L’indagine
Sandro La Toma al momento è indagato per abbandono di minore. Ha dovuto restituire l’arma per una regola interna ai carabinieri. È assistito da un avvocato.

Lui e la moglie sono seguiti da uno psicologo.
Fino a ieri era in servizio alla divisione generale per il personale militare del ministero della Difesa.

Avrebbe dovuto accompagnare la bimba nel nido interno per i dipendenti.

Dal 6 marzo 2020 sono previste multe per chi non ha i dispositivi anti-abbandono.

Le sanzioni variano da un minimo di 83 a un massimo di 333 euro.
Dalla patente del conducente vengono sottratti cinque punti e, se si commettono due infrazioni di questo tipo in due anni, scatta la sospensione della patente: da un minimo di 15 giorni a un massimo di due mesi.

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