A Bari un caffè bistrot dove si paga anche col ‘baratto’, in via Sparano nasce Honést: “Un posto in cui sentirsi a casa”
Nel primo isolato della strada, a due passi da piazza Umberto, un locale green che mira a essere il “primo contenitore democratico in Italia”. Con una innovativa formula di ‘scambio’: così, ad esempio, un giovane musicista potrà donare un’ora del suo tempo per una colazion
La ristorazione è il suo core business, ma ‘Honést’, nuovo locale nel primo isolato di via Sparano, tra la stazione e piazza Umberto, mira ad essere molto di più. Un “contenitore democratico”, “il primo in Italia”, un caffè bistrot green, attento all’ambiente e pronto a offrire una cucina internazionale, dove “il baratto vale come pagamento”
L’idea nasce dalla fusione dell’estro di Luca Rutigliano, comunicatore e travel blogger, che dai suoi innumerevoli viaggi ha tratto ispirazione; e dell’attenzione ai conti e bilanci di Rosario Anagni, responsabile amministrativo di questa nuova impresa. L’idea alla base di tutto è sì fare ristorazione, ma anche essere un contenitore, una casa, per chiunque abbia desiderio di trascorrervi qualche momento della giornata. È un caffè bistrot, con cucina internazionale a vista. Si apre al mattino presto. E si chiude a notte fonda. Nel mentre una serie di attività possono prendere vita in modo estemporaneo, con qualche appuntamento anche organizzato.
Oltre 400 mq di “contenitore democratico”, quindi. Ogni angolo è stato ispirato da altri posti nel mondo. C’è quello per la lettura, quello per i meeting di lavoro, quello per l’aperitivo, il pranzo e la cena con cucina fusion internazionale affidata a uno chef barese tornato appositamente da Londra, quello per la musica, quello per il relax. Un posto, insomma, dove sentirsi a casa da mattina a sera.
Prima di lanciarsi in questa nuova avventura e trasformare l’idea in realtà i due fondatori hanno analizzato e studiato il mercato, il punto della città in cui aprire e il pubblico a cui desideravano rivolgersi.
“Ho immaginato un posto dove chiunque possa sentirsi a casa – spiega Rutigliano -. All’inizio volevo aprire uno Starbucks, il primo a Bari, il primo in Italia. Perché oggi la nostra città e la nostra regione sono meta turistica mondiale. Il colosso americano però non la pensava come me, come noi. E allora abbiamo deciso di fare tutto da soli. Così è nato Honést, il cui nome nasce da un gioco di parole tra “home”, “casa”, “nest”, “nido”, e onesto “onèst” in dialetto barese. Perché io e Rosario siamo due persone oneste. E perché onesto e democratico è e sarà questo posto”.
E dalle parole ai fatti il passo è breve, in effetti. Soprattutto se si pensa alla formula anche innovativa di “scambio” che i due fondatori del contenitore hanno immaginato con i loro avventori. E già, perché se un giovane studente universitario ha voglia di un posto dove studiare o trascorrere qualche ora a leggere qui lo può fare al costo di un caffè. Nessuno, fino alle 19, gli metterà fretta di andar via per lasciare il posto ad altri. Così come uno studente del conservatorio potrà donare un’ora del suo tempo e della sua musica in cambio di una colazione completa di brioche, cappuccino e spremuta al mattino, o di una cena base a sera.
È un modo per dare anche a chi non può permetterselo un servizio di qualità. Pensiamo agli studenti fuorisede le cui famiglie hanno già tante difficoltà e spese da affrontare. Poter “risparmiare” qualche euro garantendosi comunque un pasto caldo e buono con un po’ di musica, ad esempio non è così disdicevole. E se arrivano anche gli amici ci sono sconti anche per loro”.
“Quando ero piccolo non uscivo mai con le ragazze perché non potevo permettermelo, non potevo offrire nulla. La mia era una famiglia umile, i miei amici spesso mi invitavano a pranzo o a cena, mi aiutavano. E io voglio fare lo stesso oggi – prosegue Rutigliano -. Per questo da Honést abbiamo pensato anche allo spritz democratico, che viene acquistato in fusti e spillato al momento. La differenza non si nota tanto al gusto quanto nel prezzo del drink, e soprattutto nell’attenzione all’ambiente che questa scelta comporta, ma anche per le persone”. E già, perché la scelta di usare i drink in fusti, già pronti e certificati secondo le rigide regole della somministrazione e del rispetto dell’Hccp garantisce ai consumatori di bere bene, con il giusto bilanciamento di elementi. E si evitano i mal di testa del giorno dopo. Inoltre in questo modo si riduce l’uso di carta, vetro, gas, si inquina di meno e si rispetta di più l’ambiente considerando che l’equivalente di un fusto di cocktail c’è l’equivalente di 50 cartoni di bottiglie di vetro risparmiate. Il tutto servito da uno spillatore sul bancone con i colori della bandiera della pace, il che simboleggia sia una scelta contro le guerre nel mondo, sia la volontà di essere un locale “amico” per tutti e aperto e ospitale verso ogni tipo di persona e famiglia.
A tutto questo si aggiungono le convenzioni come quella per gli studenti della biblioteca che possono consumare a costi agevolati tutto il giorno; quella per i turisti che possono lasciare il proprio bagaglio in deposito al costo di una consumazione e con un sistema di sicurezza collegato direttamente alla Questura, e fare rifornimento di taralli e specialità pugliesi “in bicchiere” da consumare durante il viaggio o da portare integri in dono ad amici e parenti a casa.
“Honést è la casa di tutti – conclude Rosario Anagni -. Lo abbiamo pensato davvero come un posto dove ciascuno possa sentirsi a proprio agio, dove condividere momenti della propria giornata, della propria vita con gli amici. Un posto dove tutti possono trovare quello che cercano e sentirsi liberi di essere se stessi, senza limiti. Questo è il nostro desiderio. Ci auguriamo che tutti lo percepiscano e lo vivano in questo modo, noi faremo tutto quello che possiamo perché sia così”.