Un pezzetto di Italia sta volando su Artemis verso la Luna
La missione, un volo di prova senza astronauti, rappresenta il primo passo del piano per costruire una presenza duratura sulla Luna e trarne insegnamenti per preparare un futuro viaggio su Marte nel 2030. a bordo anche un mini-satellite realizzato a Torino
Ricomincia l’avventura dell’uomo verso la Luna. La Nasa ha lanciato il razzo vettore SLS, il più potente mai costruito, con la navicella spaziale Orion, decollati dal Kennedy Space Center. Anche oggi il lancio è stato ritardato quasi un’ora e c’erano già stati due tentativi rinviati a settembre.
Questa è la prima missione del programma Artemis per riportare gli astronauti sulla Luna, per ora a bordo ci sono solo manichini.
Con Artemis 1 la NASA lancerà la capsula Orion, che rimarrà nello spazio per circa 26 giorni, durante i quali saranno effettuati i primi test intorno alla Luna. Nell’ambito del programma c’è anche un mini-satellite italiano, ArgoMoon, realizzato da Argotech, un’azienda torinese.
Il cubesat, che misura 24x36x12 centimetri, verrà lanciato dopo 3 ore e 55 minuti dal lift-off e resterà in attività per circa sei mesi, raccogliendo immagini e dati preziosi sulla superficie lunare.
Con le missioni Artemis, la NASA farà atterrare la prima donna e la prima persona di colore sulla Luna, utilizzando tecnologie innovative per esplorare porzioni estese dell’unico satellite naturale della Terra.
Scopo finale del programma Artemis sarà inoltre quello di installare una base operativa funzionante sulla Luna, che potrà supportare missioni di lunga durata e allo stesso tempo costituirà il terreno di prova per le tecnologie da utilizzare su Marte.
L’obiettivo è quindi costruire una presenza duratura sulla Luna e trarne insegnamenti per preparare un futuro viaggio su Marte nel 2030.
Chiamato come la sorella di Apollo nella mitologia greca, il nuovo programma spaziale arriva a 50 anni dall’ultima volta che l’uomo ha messo piede sul suolo lunare.
È il primo lancio del razzo Space Launch System, alto 32 piani e il più potente mai costruito. Il decollo è avvenuto a meno di una settimana dal passaggio dell’uragano Nicole, che il razzo ha sopportato all’aperto sulla sua rampa di lancio.
L’uragano ha danneggiato una sottile striscia di materiale simile a un calafataggio che circonda la capsula Orion in cima al razzo, rendendola più aerodinamica.
Circa 100.000 persone si sono ritrovate sulla costa per assistere al lancio, con il razzo che ha illuminato il cielo notturno.
Il pezzetto di Italia a bordo di Artemis
ArgoMoon, realizzato e operato da Argotec, con contratto dell’Agenzia Spaziale Italiana, è l’unico satellite europeo a bordo della missione. Pesa poco meno di 14 kg ed è molto simile a LICIACube, il satellite che ha concluso con successo la parte principale della sua missione nell’ambito della missione Dart. e che è stato in grado di scattare oltre 600 fotografie dell’impatto, a 11 milioni di km di distanza dalla Terra, a una velocità di quasi 7 km al secondo.
Anche ArgoMoon avrà il ruolo di reporter nella missione Artemis 1. A lui, infatti, sarà affidato il compito di scattare fotografie del secondo stadio dello Space Launch System (SLS), il nuovo lanciatore. L’installazione di ArgoMoon sul razzo SLS è avvenuta, per mano degli ingegneri di Argotec, nel luglio 2021.
ArgoMoon, in quello che tecnicamente viene chiamato Bus Stop 1, sarà tra i primissimi a essere rilasciato, a circa 45mila km di distanza, iniziando immediatamente la sua missione.
Dopo aver aperto i pannelli solari, un avanzato sistema di navigazione autonoma individuerà l’obiettivo e sarà in grado, senza supporto umano, di scattare foto prima del secondo stadio di SLS (ICPS) e, successivamente, suggestive foto alla Terra e alla Luna.
Proprio in quest’ultimo caso, sono previste cinque manovre di avvicinamento (fly-by) che porteranno ArgoMoon a una distanza minima di 5mila km dalla Luna, cosa che permetterà di scattare immagini spettacolari del nostro satellite naturale. Realizzando dunque, oltre alla missione tecnica, anche una missione scientifica. E ArgoMoon sarà l’unico satellite ad avere questo duplice ruolo.
“Siamo molto soddisfatti dell’esito di queste prove – ha detto Biagio Cotugno, Head of Flight Operations di Argotec – come è stato per LICIACube, anche per ArgoMoon i nostri ingegneri si preparano a qualsiasi eventualità o imprevisto che può capitare durante una missione così delicata”.
“Il coefficiente di difficoltà, infatti, è altissimo – prosegue Cotugno – si pensi che non ci sarà tempo di entrare in contatto con il satellite prima dell’inizio della missione vera e propria, cosa che invece normalmente si fa per giorni, se non per settimane intere”.
“Come Argotec, siamo orgogliosi di dare ancora una volta il nostro contributo al sistema Spazio Italiano, che si renderà così protagonista di questa storica missione – afferma David Avino, fondatore e AD di Argotec – ringrazio NASA, ASI e tutti i partner con cui abbiamo lavorato a questo progetto, reso possibile solo da un grande sforzo corale fatto di competenza, passione e collaborazione”. “Ora non vediamo l’ora di partire e di vedere le foto scattate da ArgoMoon” conclude Avino.