L’inflazione morde e i consumatori dell’Ue si adeguano
Il Financial Times chiama in causa gli indicatori di dati ad alta frequenza secondo cui le vendite di auto, gli incassi al botteghino e le prenotazioni alberghiere sono tutti in calo, mentre i consumatori hanno rapidamente ridimensionato i piani per effettuare acquisti importanti
I consumatori europei hanno iniziato a ridurre le spese per beni non essenziali a causa dell’aumento delle bollette energetiche e dei tassi di interesse che fanno lievitare il costo della vita, come ultima prova della crescente pressione sull’economia della regione.
Lo rileva il Financial Times, chiamando in causa gli indicatori di dati ad alta frequenza secondo cui le vendite di auto, gli incassi al botteghino e le prenotazioni alberghiere sono tutti in calo, mentre i consumatori hanno rapidamente ridimensionato i piani per effettuare acquisti importanti.
Sebbene l’importo complessivo speso dai consumatori sia continuato a crescere negli ultimi mesi, la quantità di beni acquistati sta diminuendo a causa dell’inflazione. Come spiega Melanie Debono, economista senior per l’Europa di Pantheon Macroeconomics, “i consumatori stanno stringendo la cinghia, conservando i risparmi per il riscaldamento e altre necessità”.
La compressione del potere d’acquisto
I consumatori europei “sentono assolutamente la compressione del potere d’acquisto”, sintetizza Bert Colijn, economista di ING. “È chiaro che il consumatore deve fare delle scelte su cosa spendere”.
Debono prevede che i consumi dell’eurozona diminuiranno ancora nell’ultimo trimestre di quest’anno “poiché la pressione sul reddito reale delle famiglie le costringe a risparmiare di più e a rinunciare a qualche spesa per assicurarsi fondi sufficienti per il riscaldamento di quest’inverno”.
E ciò nonostante i piani di aiuto varati dal Governo, come in Francia. Tomas Dvorak, economista di Oxford Economics, ricorda d’altro canto che gli indicatori più recenti mostrano che l’attività economica nell’eurozona sta rallentando bruscamente e “la regione scivolerà in recessione durante l’inverno”.
Meno divertimenti per garantirsi il riscaldamento
Il Ft sottolinea che le intenzioni di spesa dei consumatori europei per i beni più importanti, come automobili e case, sono ai livelli più bassi degli ultimi vent’anni, escludendo i primi mesi della pandemia. Gli acquisti non essenziali sono quelli che si tagliano più facilmente. A settembre e ottobre, la spesa nei cinema di Germania, Francia, Italia, Spagna e Regno Unito è scesa del 59% rispetto al periodo pre-pandemico.
A ottobre, le prenotazioni alberghiere sono state inferiori sia rispetto alla primavera e all’estate sia ai livelli del 2019 mentre AirDNA, che tiene traccia degli affitti a breve termine tramite Vbro e Airbnb, ha riscontrato una “pausa” a settembre, con il numero di pernottamenti che è tornato al di sotto dei livelli pre-pandemici dopo averli superati in estate. Anche i pernottamenti prenotati per viaggi futuri sono diminuiti.
Aumenta la spesa ma si compra di meno
Cifre alla mano, ad agosto, la spesa complessiva dei consumatori dell’UE è stata superiore del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma la quantità di beni acquistati è diminuita dell’1%. Altri dati confermano questo trend: e vendite di auto in Europa occidentale sono diminuite di quasi un terzo nei 12 mesi fino a settembre, rispetto allo stesso periodo del 2019 e nella settimana dal 15 al 22 ottobre, secondo un’analisi dei dati ENTSO-E di Barclays, il consumo di gas in Germania, Francia e Italia è sceso al 15% al di sotto della media 2017-2021.
Certo, osserva Mark Cus Babic, economista europeo di Barclays, “il calo “riflette probabilmente gli sforzi dei governi europei per contenere i consumi, la distruzione della domanda dovuta all’aumento dei prezzi ma sicuramente anche alle temperature piu’ elevate”.