UCRAINA, GIULIA SCHIFF SI É ARRUOLATA LEGIONARIA VOLONTARIA: FUCILE ALLA MANO E TELECAMERE DELLE IENE A SEGUITO FINO A FINE MISSIONE. FU ESPULSA DALL’AERONAUTICA DOPO DENUNCE
L’allieva dell’Accademia di Pozzuoli, Giulia Schiff, nota per aver denunciato più volte di essere stata vittima di mobbing e nonnismo durante il suo “battesimo del volo”, dall’inizio della guerra è a Kiev per combattere come volontaria nelle Forze Speciali della Legione Internazionale in Ucraina.
Insomma: è una Foreign Fighters cioè fa parte di quei soldati stranieri che si arruolano per combattere in guerra in paesi diversi dal loro. Si tratta in questo caso della costituzione di Brigate internazionali per combattere a sostegno dell’Ucraina contro i russi.
Giulia Schiff, ex pilota dell’Aeronautica militare, fa parte quindi dei legionari ed è l’unica donna del gruppo. Con una differenza: “Le Iene” stanno realizzando con lei un reportage che durerà finché sarà in missione.
La prima parte andrà in onda mercoledì 23 marzo, in prima serata su Italia 1.
Nonostante sia stata espulsa dall’Aeronautica militare, dopo una lunga battaglia legale arrivata a conclusione pochi mesi fa quando il Consiglio di Stato respinse il suo ricorso mettendo fine alla sua carriera di pilota, la 23enne, conclude la nota delle Iene, non si è mai “arresa”. Dunque, sembrerebbe che come “reazione” è andata a combattere la guerra per un Paese non suo.
Dopo alcuni giorni di addestramento (che, però, non hanno previsto il volo) la novella legionaria sarebbe stata impegnata nelle prime missioni, fucile in mano, attorno a Kiev. Ma dove si trovi esattamente è impossibile saperlo: questioni di sicurezza.
Il viaggio della Schiff si è svolto in varie tappe, coperte perlopiù dal segreto. Finché, attraverso alcuni contatti sul posto, è riuscita ad entrare nella brigata militare. Si tratta dell’unica donna della legione.
Il nome Schiff resta legato alla polemica sul caso di nonnismo avvenuto all’interno della caserma in cui si preparava per diventare una pilota dell’Aeronautica militare italiana.
Dal caso mediatico si passò all’inchiesta. Al centro del procedimento penale era finito il tradizionale battesimo del volo, messo in atto con comportamenti che avrebbero «offeso il prestigio, l’onore e la dignità dell’allieva usandole violenza e cagionandole plurime escoriazioni».
Secondo la denuncia presentata nel 2018, durante il rito di iniziazione, una tradizione che si ripete dopo il primo volo da solista nella base del 70esimo Stormo dell’Aeronautica Militare di Latina, c’era stata una «vera aggressione fisica» da parte dei colleghi che l’avrebbero spintonata, presa a schiaffi e malmenata sbattendole la testa contro l’ala dell’aereo e gettandola in piscina mentre lei cercava di ribellarsi.
Per la difesa degli otto sergenti dell’Aeronautica finiti a processo, invece, si sarebbe trattato solo di un rito di iniziazione come da tradizione e non di un atto di nonnismo.
Dopo la denuncia, nei confronti dell’ allora allieva Schiff sono stati adottati alcuni provvedimenti disciplinari in seguito ai quali è stata poi espulsa dall’Aeronautica.
La richiesta di reintegro è stata respinta dal Tar e dal Consiglio di Stato, che ha sottolineato come «non emergono elementi atti a comprovare un’errata applicazione dei criteri indicati nelle linee guida o un’irragionevolezza della valutazione tecnico discrezionale, con conseguente preclusione di ogni sindacato nel merito e la volontà ritorsiva è esclusa».
Ed ora la Schiff è di nuovo sotto i riflettori con tanto di trasmissione TV a seguito ma stavolta armata di fucile come parte attiva in una guerra.