“Bella ma non ci lavorerei”, gli expat bocciano Roma e Milano
I professionisti al servizio di aziende che si trasferiscono nel Bel Paese si trovano ad avere a che fare con una “burocrazia complicata” e “mancanza di prospettive di carriera”
Roma e Milano piacciono ai turisti, ma non conquistano chi in Italia viene per lavorare. Sono gli ‘expat’, professionisti al servizio di aziende trasferiti nel Bel Paese, che si trovano ad avere a che fare con una “burocrazia complicata” e “mancanza di prospettive di carriera”.
Così accade che la capitale sia al 41esimo e Milano al 44esimo posto nell’Expat City Ranking. Un risultato che potrebbe non essere così male, se non fosse che le posizioni sono in tutto 50. La classifica valuta le migliori e le peggiori città per chi ci vive da straniero e Roma e Milano sono finite nella parte bassa della classifica.
Al vertice c’è Valencia seguita da Dubai, Città del Messico, Lisbona, Madrid, Bangkok, Basilea, Melbourne, Abu Dhabi e Singapore, città considerate le migliori in cui vivere da stranieri per qualità della vita. Ultima Johannesburg, al 50esimo posto.
Tuttavia, oltre alla burocrazia e agli aspetti legati alla cultura aziendale che hanno riflessi sulla verticalità delle carriere personali, gli stranieri residenti per lavoro in queste due città faticano anche in termini economici: Milano, per questo particolare aspetto, si colloca al 45esimo posto e Roma al 25esimo.
L’Expat City Ranking si basa sul sondaggio annuale Expat Insider di InterNations, la più grande comunità di lavoratori all’estero (4,5 milioni di membri in 420 città in tutto il mondo) ed è uno dei sondaggi più ampi sulla qualità della vita e del lavoro con 11.970 intervistati nel corso del sondaggio 2022.
Ad ogni modo si sta meglio a Milano (33esimo posto) che a Roma (41esimo), ma nella capitale gli stranieri si sento di più “a casa”.
Roma per prospettive di carriera è al 46esimo posto: il mercato del lavoro locale non soddisfa affatto gli stranieri (38% scontenti contro il 27% a livello globale) e il 24% ritiene che trasferirsi nella Città Eterna non abbia migliorato affatto le prospettive professionali (rispetto al 18% a livello globale).
La città non è soddisfacente nemmeno nelle sottocategorie ‘cultura del lavoro e soddisfazione’ (43esima) e ‘stipendio e sicurezza del lavoro’ (45esima). Più di un terzo (34%) è preoccupato per lo stato dell’economia (contro il 17% a livello globale) e indica il problema più grande dell’Italia nella sua “economia”.
Gli stranieri poi ritengono che sia difficile ottenere un visto per trasferirsi (35% scontenti contro 24% a livello globale), aprire un conto bancario (46% contro 21% a livello globale) e trattare con la burocrazia locale e le autorità (73% contro 39% a livello globale). Ciò potrebbe essere in parte dovuto alla mancanza di servizi amministrativi e governativi online (50% valutazioni negative contro 21% a livello globale), con Roma all’ultimo posto a livello mondiale (50esima) per quest’aspetto.
Anche muoversi è un grosso problema: sono scontenti dei trasporti pubblici (38% contro il 17% a livello globale) e dell’infrastruttura per le automobili: strade e parcheggi (36% contro il 13% a livello globale). Oltre a collocarsi al 48esimo posto per l’assistenza sanitaria, il 28% degli intervistati riferisce che è difficile accedere ai servizi sanitari di cui hanno bisogno (rispetto al 17% a livello globale).
Quanto a Milano, nella sottocategoria ‘lavoro e tempo libero’ il livello è basso: 47esimo posto, così pure per l’orario di lavoro (48esimo) che per l’equilibrio tra lavoro e vita privata (46esimo) la città si colloca tra le ultime 5 nella graduatoria.
Il 29% degli intervistati, poi, ritiene di non essere pagato sufficientemente per il proprio lavoro (rispetto al 20% a livello globale) e questo colloca Milano nelle ultime 10 posizioni della sottocategoria ‘retribuzioni e sicurezza sul lavoro’ (46esima).
Oltre la metà degli intervistati (54%) non è soddisfatta della qualità dell’aria della città (rispetto al 19% a livello globale), circa tre su quattro (73%) apprezza il clima (rispetto al 62% a livello globale) mentre l’infrastruttura per le auto (42esimo posto) lascia molto a desiderare anche se gli stranieri apprezzano gli aspetti relativi alla mobilità pubblica (10ma). L’indice della finanze personali colloca Milano al 45esino posto, un altro punteggio basso.
Anche per gli aspetti amministrativi non va meglio, ma questo sembra essere un problema generale per l’Italia: Milano (48°) si unisce a Roma (50°): quasi i due terzi (66%) hanno difficoltà a gestire la burocrazia locale, rispetto a 39% a livello globale.