I lavoratori delle coop: “Noi presi in giro da Aboubakar Soumahoro”
Fratoianni, non mi pento. Indagini su fondi anti caporalato
Una serie di filoni di indagine, capitoli di una vicenda giudiziaria che ha nella gestione delle coop di Marie Therese Mukamitsindo, suocera di Aboubakar Soumahoro, il “core business” e che potrebbero confluire in un solo maxi fascicolo.
Analisi affidate dai pm di Latina a Guardia di Finanza e Carabinieri che stanno scandagliando voci di bilancio, flussi di finanziamenti e uscite di denaro per capire se, in primo luogo, i soldi che dovevano essere destinati ai lavoratori, che hanno denunciato il mancato pagamento di stipendi, sia stato dirottato altrove.
Al momento, in base a quanto filtra, l’unica persona iscritta nel registro degli indagati per l’ipotesi di malversazione è la madre della moglie del neodeputato.
Lunedì comunque potrebbe iniziare una settimana importante dal punto di vista dell’attività istruttoria. I fondi ottenuti in 20 anni di attività dalla Kiribu e Consorzio Aid superano i 60 milioni di euro. All’attenzione di chi indaga sarebbero arrivate anche alcune segnalazioni relative alla gestione del progetto PerLa che puntava a combattere il fenomeno del caporalato. Anche in questo caso alcuni lavoratori avrebbero lamentato il mancato pagamento di stipendi. Tutti elementi che dovranno essere analizzati, ora, dagli inquirenti.
Dal racconto di chi ha lavorato per le coop ed è in attesa di soldi mai avuti emergono dubbi e perplessità sulla gestione. “La famiglia al completo si è dedicata virtualmente all’aiuto delle persone ma in realtà quello che pensiamo noi lavoratori è che siamo stati presi in giro – spiega un impiegato che vuole restare anonimo – Quando ho visto Aboubakar nei video e tutto quello che ha detto mi è venuto da ridere. Non può dire che non ha visto, non ha sentito e non era parte della situazione”.
Le indagini viaggiano parallele con la polemica politica e le pesanti ripercussioni all’interno di Sinistra Italiana. Oggi il segretario del partito, Nicola Fratoianni, si è detto “non pentito” della scelta di candidare l’ex sindacalista ivoriano.
“Spero che l’evoluzione della vicenda porti a una assoluzione e comunque mi occuperò di tutelare chi su questo fronte continua a lavorare – ha aggiunto -. Su questo terreno abbiamo combattuto spesso in assoluta solitudine perché sono temi che non portano voti”. Sulle denunce che stanno arrivando in Procura, il segretario ha puntualizzato: “se qualcuno trova profili illeciti ha il dovere di dirlo ai pm, non sapevamo di illeciti e siamo andati avanti sulla candidatura” dopo di che “c’è uno scontro politico che da anni si sviluppa in particolare nel foggiano su quel fronte ma non mi furono segnalati elementi di un profilo problematico o illecito”. Dal canto suo Angelo Bonelli, il leader di Europa Verde, ribadisce di vivere “con grande turbamento questa fase: c’è una questione di opportunità politica e siamo chiamati a essere estremamente rigorosi” e parlando della candidatura di Soumahoro e di chi oggi sostiene di aver avvertito l’alleanza Verdi-SI sulla questione, ha aggiunto che “in quei 10 giorni nessuno ha posto un problema.
Era una personalità molto sostenuta dal mondo della cultura che ha fatto delle battaglie anche molto importanti, ora fare un processo ex post non è corretto: dire potevate sapere non è corretto perché chi sapeva doveva dirlo e non intervenire successivamente”. Non usa, infine, mezzi termini il segretario della Uiltucs Latina, sindacato dei lavoratori che hanno presentato le denunce, Gianfranco Cartisano. “Una vicenda piena di lati oscuri. A oggi il prezzo più alto lo stanno pagando solo i lavoratori. E’ urgente fare chiarezza e avere i salari. Il prefetto deve cambiare passo. Convocare le parti, i soggetti che hanno attivato i progetti, rimane un’urgenza per i problemi sociali che hanno creato i datori di lavoro della Karibu e di Consorzio Aid”.