Paralizzato dopo l’incidente con un’auto pirata, si sposa in ospedale: “Siamo una speranza per chi teme di non farcela”
Maria Grazia Virgilio e Sebastiano Caruso, 56 anni lei, 57 lui, hanno scelto di giurarsi amore eterno: il loro matrimonio è stato celebrato il 31 ottobre nell’unità spinale dell’ospedale Cannizzaro di Catania dove l’uomo è ricoverato da tre mesi in seguito all’incidente…
Lei ha da poco perso un figlio disabile.
Lui ha perso l’uso delle gambe dopo essere stato travolto da un’auto pirata.
Eppure, nel momento più tragico della loro vita, si sposano e affermano:” Siamo una speranza per chi teme di non farcela”
Maria Grazia era bellissima nel suo completo grigio perla. Lui, con indosso una camicia bianca e un fazzoletto al collo per coprire la ferita della tracheostomia, le ha messo l’anello al dito e le hanno pronunciato il fatidico sì.
Nella sala d’aspetto del reparto, trasformata per l’occasione in sala delle feste, c’erano solo i parenti più stretti ei medici. Il primario e tre medici hanno agito come testimoni.
Un collega di Sebastiano, impiegato all’anagrafe del Comune di Catania, li ha sposati con rito civile.
“È stato bellissimo – Maria Grazia si emoziona – le infermiere sono venute a prendermi all’ingresso, in sottofondo c’era la marcia nuziale, i medici mi hanno regalato un mazzo di fiori, la tavola era apparecchiata con torta e prosecco. E al centro della stanza, disteso sul letto, c’era il mio amore”.
Anche la proposta di matrimonio è arrivata in corsia: “Ci conosciamo da quando eravamo adolescenti – racconta Sebastiano – e anche allora avevo un debole per lei, ma non avevo mai avuto il coraggio di dichiararmi.
Lei si è sposata con un altro uomo, lui con un’altra donna. E si sono persino invitati a vicenda ai loro matrimoni.
“Poi le nostre strade si sono separate. Ci siamo rivisti per caso da adulti a una riunione, quando i nostri matrimoni erano già finiti. E abbiamo deciso di andare a vivere insieme” dice lo sposo.
“Abbiamo vissuto insieme per cinque anni e già da tempo pensavo di chiederle la mano. Quando mi sono svegliato dal coma in un letto d’ospedale, ho pensato che non c’era più motivo di aspettare”.
Non ci ha pensato neanche un attimo: “Non è la disabilità che mi fa paura. Sarò le tue gambe e le tue braccia”, ha risposto la sposa.
Sebastiano è stato vicino quando ad aprile ha perso uno dei suoi due figli dal precedente matrimonio.
“Ora mi prenderò cura di mio marito e lo aiuterò ad affrontare la sua nuova vita”, giura Maria Grazia, che non lo ha lasciato un secondo da quel terribile 12 luglio. “Quella mattina – racconta – è uscito di casa presto. Durante il tragitto in vespa per recarsi in ufficio, viene investito da un’auto pirata. Non siamo riusciti a rintracciare il conducente nemmeno attraverso le telecamere della zona”.
Sebastiano è stato portato al Garibaldi di Catania dove ha subito due interventi chirurgici. Inizialmente gli è stata diagnosticata una lesione del midollo spinale e una paralisi agli arti inferiori e superiori.
E’ stato poi trasferito al reparto spinale unipolare di Cannizzaro, l’unico da Bari in giù, dove sta lentamente riprendendo la funzionalità delle braccia.
“La nostra unità – spiega il responsabile Salvatore Giuffrida – non è solo un punto di riferimento regionale e integra molte discipline”. Qui Sebastiano ha ripreso a vivere: “Uno degli obiettivi del percorso riabilitativo – spiega la primaria Maria Pia Onesto – è proprio il recupero delle attività quotidiane che il lungo ricovero non consente”.
Certo, i camici bianchi non immaginavano di ricevere quella richiesta sui generis di celebrare un matrimonio in corsia. Ma quando i due promessi sposi hanno dichiarato il loro progetto, i sanitari hanno fatto di tutto per realizzare il loro sogno. “Spero che questa testimonianza d’amore – dicono gli sposi – dia coraggio a chi sta attraversando un momento difficile. Il vero amore vince sempre. In salute e in malattia”.