L’industria dello spettacolo fa fatica a pareggiare i conti: il Covid pesa ancora
Nel 2021 -72% di spettatori e -78% della spesa. Il 2022 va meglio ma non basta. Blandini: “Servono aiuti mirati”
Apiù di due anni dall’inizio della pandemia la ferita del Covid pesa ancora sul mondo dello spettacolo.
Se è vero che nei primi sei mesi del 2022 si fanno strada segnali confortanti di ripresa dei consumi, il 2019 è ancora terribilmente lontano. A denunciarlo raccontando il “crash” subito dall’intero sistema dello spettacolo italiano, è Siae con la fotografia offerta dal suo annuario. “Irrealistico pensare che la pandemia non lasci traccia” avverte il presidente onorario Mogol: “la sfida ora è cogliere tutte le opportunità del cambiamento”. Già, ma che fare? Per ripartire, incalza Mogol condiviso dal dg Gaetano Blandini, serve “una visione sistemica e un’idea di sviluppo condivisa per attivare una vera ripartenza”. Ma anche un’attenzione particolare “ai lavori creativi e alle loro esigenze”.
Complessivamente i dati definitivi del 2021 confermano il disastro pandemia, con un numero totale degli spettatori calato dai 306 milioni del 2019 agli 84 del 2021, con la spesa al botteghino crollata dai 2,7 miliardi di euro del 2019 agli 870 milioni di euro nel 2021. Certo, a guardare il 2020, un miglioramento c’è stato. Eppure, a fronte di un’offerta di spettacoli cresciuta del 26%, gli spettatori nelle sale sono aumentati solo del 4,5%. Un dato che indubbiamente fa riflettere.
A perdere spettatori è soprattutto il cinema con un -12%, seguito dal teatro con -9% la stessa percentuale di perdita accusata dai locali che offrono il ballo con gli intrattenimenti musicali. Una situazione più felice è invece quella dei concerti, che nel 2021, rispetto al 2020 segnano una crescita del 75%. Bene anche lo spettacolo viaggiante (+65%) e i parchi di divertimento, che hanno avuto un +42%, seguiti da mostre e fiere (+32%). Lo sport segna un +18%, ma il totale degli spettatori, che è di 8,3 milioni, è davvero molto lontano dai quasi 40 milioni (30,9) del 2019.
Al netto di tutto questo rimane comunque il cinema il settore che attira di più, con 32 spettatori su 100, seguito dal ballo ed intrattenimenti musicali con 18 spettatori su 100, i parchi con 13, le mostre e fiere con 10, il teatro con 8, i concerti con 6. Lo sport assorbe 10 spettatori su 100. Una classifica che si ritrova sulla spesa: su un totale di 870 milioni di euro che gli italiani hanno speso nel 2021 per spettacolo e sport, 177 milioni che corrispondono al 20,4% sono andati al cinema che rimane il settore dello spettacolo per cui spendiamo di più, seguito dallo sport con 176 milioni (20,2 %) e poi dai parchi da divertimento con 168 (19,3 %). A teatro e lirica sono andati 122 milioni (14%), ai concerti 101 milioni (11,6 %), alle mostre e fiere 66 milioni (7,5 %). Chiudono questa classifica il ballo con 44 milioni (5,1%) e poi lo spettacolo viaggiante con 15 milioni (1,7%) le manifestazioni all’aperto per le quali gli italiani nel 2021 hanno speso 2 milioni di euro (0,3%). Un’analisi più dettagliata mostra una performance particolarmente felice dei concerti di musica pop-leggera, un settore che tra il 2020 e il 2021 ha fatto un balzo in avanti, per quanto riguarda gli spettatori, del 113%, seguito da un +101 % per i concerti jazz, +40 % della lirica e un +31 % del balletto. Quanto allo sport, in prima fila c’è come sempre il calcio che ha registrato un 22% di spettatori in più rispetto all’anno precedente. La palma nera va alle discoteche penalizzate dalle chiusure drastiche imposte dal governo, con un -56 %.