Pd: sabato assemblea, si punta a ridurre tempi congresso
In tanti, e per primo il segretario Enrico Letta, vorrebbero anticipare i tempi del congresso che dovrebbe avere la sua conclusione con le primarie il 12 febbraio
Il mezzo passo avanti di Elly Schlein, in attesa che la deputata formalizzi la propria candidatura al congresso dem, ha come primo effetto di rimettere in moto le varie anime dem alla ricerca di un o una candidata.
La deputata dem ha aderito alla costituente del Pd presentando contemporaneamente una ‘bozza’ di mozione con al centro diritti, lavoro e ambiente. Poche ore dopo, un altro esponente dem in predicato di candidarsi alla segreteria ha annunciato una assemblea per il 26 novembre.
“Sabato 26 novembre a Roma convochiamo un’assemblea nazionale con tutte le forze culturali sociali e politiche che credono in un nuovo progetto per il centrosinistra italiano”, ha spiegato il sindaco di Firenze Dario Nardella. Passi avanti che possono accelerare un processo congressuale che appare, al momento, ancora lento soprattutto in confronto alla rapidità con cui si muove il panorama politico.
In tanti, e per primo il segretario Enrico Letta, vorrebbero anticipare i tempi del congresso che, stando al timing votato in direzione, dovrebbe avere la sua conclusione con le primarie il 12 febbraio. Letta sta lavorando per verificare le condizioni politiche e la fattibilità procedurale per anticipare l’appuntamento con i gazebo, cercando un punto di caduta tra le varie anime del partito che non scontenti nessuno e che contemperi la necessità di approfondimento con l’esigenza di avere una leadership rinnovata per affrontare questa fase politica. Fonti di Base Riformista si mostrano, tuttavia, scettiche sulla possibilità di anticipare i tempi per concludere tutto addirittura prima di gennaio: più realisticamente, è la previsione, si riuscirà a concludere tutto l’iter a fine gennaio, . Una richiesta che arriva da più fronti, ma che deve fare i conti con uno statuto che richiede adempimenti precisi.
E di statuto si discuterà nell’assemblea di sabato, convocata per modificare la ‘carta’ statutaria in funzione della fase costituente che si è appena aperta, ma che rappresenta una prima assoluta nella storia del partito.
Quindi, spetterà all’assemblea di sabato certificare la nascita della costituente. Una assemblea in formato ‘ibrido’, in presenza e da remoto. Una scelta che ha destato qualche perplessità fra gli esponenti dem. Non piace a due esponenti dem come Tommaso Nannicini e Matteo Orfini. Il primo, infatti, scrive su twitter: “Appena convocata l’assemblea nazionale del Pd (di circa mille componenti) solo ‘in modalità videoconferenza’. Ci sarà sicuramente spazio per discutere e cambiare le proposte già confezionate. Continuiamo così, facciamoci del male”. Un post al quale risponde subito dopo Matteo Orfini: “Una cosa assurda”.
L’assemblea si terrà in modalità ibrida, ovvero in presenza e da remoto, per offrire a tutti la possibilità di partecipare, come si legge nella convocazione: “Carissime delegate, carissimi delegati, l’Assemblea nazionale del Partito Democratico è convocata per il giorno sabato 19 novembre, dalle 10,00 fino a conclusione dei lavori in modalità ibrida, con il seguente ordine del giorno: modifiche allo statuto nazionale. inserimento norma transitoria per l’avvio del procedimento congressuale. Comitato costituente nazionale. Varie ed eventuali”. Poi, a seconda delle presenze annunciate, si valuterà se cercare una sala più grande di quella al terzo piano del Nazareno.
Inoltre, viene spiegato, il passaggio in assemblea servirà solo ad apportare quelle modifiche allo statuto necessarie alla fase costituente del congresso, oggi non prevista dalla ‘carta’ del Pd. Dunque un passaggio puramente tecnico e non l’avvio della discussione sui temi. Ma a sollevare dubbi è anche il deputato Roberto Morassut, fra quanti sostengono la necessità di una discussione profonda che arrivi alle radici del partito.
“L’assemblea nazionale per l’avvio del percorso costituente non può essere un adempimento burocratico, peraltro online”, spiega Morassut: “Mi sembra giusto e rispettoso per tutti convocarlo almeno una settimana dopo e in presenza. Dobbiamo essere padroni del nostro tempo e dare lo spazio che merita al dibattito e alla partecipazione. Altrimenti non parliamo nè di congresso nè tantomeno di costituente”.