Carceri: ancora disordini a Teramo, i sindacati dicono “basta!” e vogliono il taser
Ancora un incidente in un penitenziario abruzzese: un detenuto tossicodipendente è andato in escandescenze provocando gravi danni. I sindacati chiedono di poter utilizzare la pistola elettrica
Un detenuto tossicodipendente di origini magrebine ristretto presso la Casa Circondariale di Teramo, che pretendeva che gli fosse somministrato del Rivotril, ha iniziato a rompere qualunque cosa gli capitasse a tiro procurando danni per migliaia di euro e gravi disordini all’interno della sezione. A riferire l’episodio una nota congiunta dei sindacati Sappe, Sinappe, Uspp, Cgil e Cisl, che racconta come “solo con enorme difficoltà la situazione è stata gestita dalla Polizia Penitenziaria, soprattutto per la mancanza di adeguate strumentazioni di supporto. Non ci si può astenere” -aggiungono i sindacati- “dall’evidenziare che, anche in tale occasione, se la Polizia Penitenziaria fosse stata dotata della pistola taser, il detenuto sarebbe stato immediatamente immobilizzato e non avrebbe causato ingenti danni alla struttura, di conseguenza ricadenti sull’intera collettività nazionale”.
Ancora una volta i sindacati” tornano a denunciare l’ennesimo caso di assoluta mal gestione della ‘macchina’ penitenziaria, che registra sistematiche ed inaccettabili ricadute sulla sicurezza e dignità degli agenti di polizia penitenziaria. Ci si interroga come mai, in un contesto di popolazione detenuta a larghissima presenza di casi di tossicodipendenza cronica e di patologie psichiatriche gravi, non si interpelli anche l’area sicurezza prima di operare la scelta di reintrodurre determinate tipologie di psicofarmaci dal particolare e risaputo ‘appeal’ tossicomane, equivalenti nei fatti a vere e proprie sostanze stupefacenti, ormai da tempo bandite dall’istituto di Castrogno. Eppure le recenti vicende legate all’accumulo di enormi quantitavi di psicofarmaci, rinvenuti proprio dalla Polizia Penitenziaria, avrebbero dovuto rappresentare un deterrente fondamentale per la possibilità di tornare a somministrare determinate ‘sostanze’ all’interno del carcere. Dobbiamo dedurre che quel precedente non sia servito a nulla. Anzi, dal Liryca si è passati addirittura al Rivotril! Siamo stupefatti e sconcertati da una simile gestione e, come sempre, la sicurezza è posta al secondo piano. Ciò nonostante” -ricordano i sindacati- “si riportano importanti risultati, di per sé dimostrativi, solo grazie alla estenuante opera di ricerca e prevenzione in cui quotidianamente è impegnata la Polizia Penitenziaria per nulla agevolata nel proprio operato, anzi. Tant’è che non solo si esclude quest’ultima dalle scelte di gestione anche sanitarie, ma la si continua ad esporre a gravi rischi del tutto evitabili ed ingiustificati causati da scelte sconsiderate ed incomprensibili. Per quanto sin qui riportato, facciamo appello al Signor Prefetto affinché venga a toccare con mano le condizioni operative degli agenti e chiediamo urgente incontro con i vertici della Asl teramana e del Presidente della Regione”, concludono i sindacati.