A ottobre l’Europa calda come mai prima
I dati mentre si svolge in Egitto la Cop27
Le temperature di ottobre 2022, in Europa, sono state le più calde registrate nel mese, di 2 gradi superiori al periodo 1991-2020.
Lo dice il bollettino mensile realizzato dal servizio cambiamenti climatici del sistema satellitare Ue Copernicus. Per il mese di ottobre, è stato più secco della media nella maggior parte dell’Europa meridionale e nel Caucaso.
Altrove in Europa, nella penisola iberica nord-occidentale, nelle regioni di Francia e Germania, Regno Unito e Irlanda, nel nord-ovest della Scandinavia, in una vasta regione dell’Europa orientale e nella Turchia centrale, il clima è stato più umido della media.
E a Sharm el-Sheikh, il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, presidente della conferenza annuale dell’Onu sul clima, la Cop27, ha annunciato oggi l’Agenda per l’adattamento al cambiamento climatico, il cui obiettivo è migliorare, entro il 2030, la resilienza di 4 miliardi di persone che vivono nelle comunità più vulnerabili alla crisi climatica. L’Agenda per l’adattamento è il primo piano globale per raccogliere attori statali e non statali intorno a un pacchetto condiviso di 30 risultati di adattamento al 2030, su cibo e agricoltura, acqua e natura, oceani e coste, insediamenti umani e sistemi di infrastrutture, pianificazione e finanza.
Stamani a Sharm è stato anche diffuso l’Annuario dell’azione globale sul clima 2022. L’Annuario riferisce ogni anno sui progressi fatti dai soggetti non statali verso i loro obiettivi climatici. A presentarlo sono stati i due Campioni di alto livello dell’Onu per le Cop26 e 27, Nigel Topping e Mahmoud Mohieldin. L’Annuario mostra che, nonostante gli ostacoli che persistono, il mondo degli affari, gli investitori, le città, gli stati e le regioni stanno costruendo la resilienza e realizzando rapidi cambiamenti nell’economai reale.
L’azione dei soggetti non statali continua ad aumentare: 34 partner da 139 paesi hanno intrapreso azioni per costruire la resilienza di 2,9 miliardi di persone, mentre altri 26 partner hanno mobilitato più di 11.000 attori non statali da 116 paesi perché adottassero misure per dimezzare le emissioni globali al 2030 e arrivare a zero emissioni nette a metà secolo. L’azione climatica sta diventando più uniforme fra le aree del globo: l’Annuario registra un aumento del 78% di attori dell’Asia-Pacifico e del 67% dell’Africa
E intanto la premier dell’isola caraibica di Barbados, Mia Mottley, ha chiesto un coinvolgimento delle compagnie petrolifere nella prossima Cop, con l’obbiettivo di costringerle a pagare almeno dieci centesimi per ogni dollaro dei miliardari profitti che stanno raccogliendo. “Crediamo che gli attori non-statali (…), le compagnie dell’oil & gas e coloro che le agevolano devono essere coinvolti attraverso una convocazione speciale da adesso alla Cop28”, ha detto nel suo intervento, per poi chiedersi: “Come possono società che hanno fatto 200 miliardi di utili negli ultimi tre mesi non aspettarsi di dover contribuire almeno con dieci cents per ogni dollaro di profitto nel Fondo per le perdite e i danni legati al clima? Questo è quello che la nostra gente si aspetta”. Mottley ha sottolineato l’ “orrore e le devastazioni” degli ultimi 12 mesi passati dopo la Cop26 di Glasgow, ricordando fra l’altro le “alluvioni apocalittiche in Pakistan, le ondate di calore dall’Europa alla Cina” e la “devastazione” causata in Belize dalla tempesta tropicale Lisa.