Teramo, aggressione in carcere ad un agente che finisce in ospedale
Teramo. Nella tarda mattinata di oggi al carcere di Castrogno si è consumata l’ennesima aggressione nei confronti di un assistente di polizia penitenziaria in servizio nel reparto detenuti “Protetti e sex offender”.
Un detenuto di origini calabresi legato alla ‘Ndrangheta e, da qualche settimana spostato dalla sezione alta sicurezza alla sezione protetta poiché inviso agli altri detenuti per comportamenti scorretti e incivili, dopo aver protestato per una telefonata non concessa poiché non autorizzata, ha afferrato per il collo un agente di polizia penitenziaria e lo ha strattonato creando situazione di panico all’interno del reparto.
Solo grazie alla professionalità del poliziotto e al tempestivo intervento dell’ispettore di sorveglianza e dei colleghi ubicati in altri reparti si è riuscito ad evitare il peggio.
“Come già più volte denunciato, da tempo ormai la polizia penitenziaria è vittima sacrificale di un’amministrazione (DAP) allo sbando e senza una guida autorevole – si legge in una nota congiunta di Sappe, Uspp e Cgil – Ogni giorno in tutti i penitenziari della Penisola ci sono decine e decine di aggressioni e i nostri vertici rimangono inermi. Le segreterie provinciali più rappresentative del corpo Pallini (Sappe), Scardicchio (Uspp) e Cerquitelli (Cigl) sono vicine al collega coinvolto augurandoli una pronta guarigione”.
Ferma presa di posizione anche del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria dopo la folle giornata di violenza che ha visto protagonista un detenuto calabrese appartenente alla “ndrangheta” nel carcere di Teramo.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE esprime vicinanza e solidarietà ai poliziotti di Teramo ed evidenzia come e quanto importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale. “Le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria non possono continuare ad essere aggrediti o a trovarsi costantemente in situazioni di alta tensione senza che il Ministero della Giustizia ed il DAP adottino provvedimenti urgenti. Siamo al collasso! Serve una stretta normativa che argini la violenza dei pochi, anche a tutela degli altri detenuti e delle altre detenute. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Il Capo del DAP Renoldi e C sappiano che il carcere si vive 24 ore su 24, 365 giorni, tra le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, per cui il Capo DAP prende una corposa indennità stipendiale. Corpo di Polizia a cui appartengono donne e uomini che pressochè quotidianamente hanno a che fare con detenuti che mettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza della sezione detentiva, che si confrontano a detenuti con in mano una o più lamette intrise di sangue, o con una padella piena di olio bollente tra le mani pronta per essere buttata in faccia all’operatore, o con un piede di tavolino in mano pronto ad essere scagliato contro un poliziotto. Dovrebbe sentire anche lui, sul suo viso, i pugni, le sberle, gli sputi che prendono i nostri Agenti in servizio dai detenuti più violenti. E allora ci si aspetta altro da chi è Capo di un Corpo di Polizia”. Per questo, Capece auspica di potere incontrare presto il nuovo Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
Per il segretario UIL PA polizia penitenziaria di Teramo Francesco Pinnelli, “il poliziotto è sottoposto alle cure del caso presso il locale Pronto soccorso. Non si hanno ancora notizie precise sul suo stato di salute anche se non è difficile immaginare quale sia in questo momento lo stato d’animo del malcapitato”. Pinnelli torna sull’utilizzo del Taeser nelle carceri. Per il segretario UIL questa rappresenterebbe “l’arma migliore per fronteggiare questa tipologia di casi e bene farebbe chi di competenza a sollecitarne l’adozione”.