lla Nadef, Meloni: “Subito 9,5 miliardi contro il caro energia e 30 entro il 2023”
Deficit programmatico fissato quest’anno al 5,6% del Pil, contro il 5,1% tendenziale; nel 2023 è stimato al 4,5% e poi atteso in progressivo calo al 3,7% nel 2024 e al 3% nel 2025. Il ministro Giorgetti: pronti ad affrontare i rischi recessione
Il governo mette in campo oltre 30 miliardi di euro da qui fino al 2023 per contrastare i rincari energetici che colpiscono famiglie e imprese. Il primo provvedimento di peso dell’esecutivo di Giorgia Meloni, che oggi ha approvato la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, prova a mitigare i contraccolpi della spirale di crescita del costo delle bollette innescata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, in corso da 8 mesi.
Due i numeri chiave, su cui verrà costruita la prossima manovra: la revisione del Pil con una crescita al 3,7% nel 2022, che rallenterà bruscamente allo 0,6% nel 2023. E poi il rapporto deficit/Pil programmatico al 4,5% il prossimo anno.
Con i fondi per il caro bollette che arriveranno suddivisi tra un primo decreto aiuti in programma la prossima settimana, grazie a un ‘tesoretto’ da 9,5 miliardi, e 23 miliardi di deficit il prossimo anno.
Oltre alla Nadef, il governo ha varato anche un emendamento al Dl Aiuti ter per la ricerca di nuovi giacimenti di gas in Italia nel mar Mediterraneo, con un potenziale fino a 15 miliardi di metri cubi entro i prossimi 10 anni. Caro bollette e ricerca di nuove fonti di approvvigionamento per allentare la dipendenza dal gas russo sono insomma il centro dei provvedimenti pensato dall’esecutivo.
In attesa della manovra economica, che affronterà anche i temi della revisione del reddito di cittadinanza, del fisco con la Flat tax incrementale per alcune categorie di lavoratori, del bonus edilizio e delle pensioni.
“Di fatto individuiamo risorse per oltre 30 mld di euro per affrontare l’emergenza energetica”, ha spiegato Meloni al termine del Cdm.
Poi il premier ha specificato: “Ci sarà la possibilità di liberare alcune estrazioni di gas italiano, immaginando nuove concessioni, chiedendo ai nuovi concessionari che vorrebbero accedere alle concessioni di mettere in campo da gennaio gas da destinare alle aziende energivore ad un prezzo calmierato”.
Il titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato che l’obiettivo è “mitigare gli effetti del caro energia su famiglie e imprese, su cui si concentra larga parte degli interventi con un approccio prudente, realistico e sostenibile”.
Ma il ministro dell’Economia ha avvertito: “Fare previsioni a lungo termine può essere un esercizio di accademia ma siamo pronti a fronteggiare i rischi di recessione che da piu’ parti vengono evocati che, ahimè, potrebbero toccare anche l’economia italiana”.
Molto dipenderà dal prezzo dell’energia, rimarca: le previsioni “per il futuro non sono ottimistiche a fronte di un calo del prezzo del gas”.
Meloni ha chiarito che la revisione del reddito di cittadinanza sarà oggetto della legge di Bilancio, rinviando a un confronto nel merito con le parti sociali la prossima settimana su una serie di provvedimenti.
Mentre sul fronte previdenziale la ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha rilevato la necessità di “una riforma sistematica” delle pensioni “indipendentemente dagli interventi che sarà possibile fare in sede di manovra finanziaria.
Una riforma di sistema”, ha osservato, “che metta ordine a tutte le diverse gestioni previdenziali, che non sempre portano a benefici per determinate categorie di assistiti”. Quanto a quota 41, ha concluso, si tratta di “un possibile riferimento”.