MERCATO & BUSINESS Giovanni Ferrero più ricco di Mark Zuckerberg.
La Nutella vale più di Facebook.
Lo dice la classifica Bloomberg Billionaires
I conti dei colossi Big Tech Usa si sgonfiano e i loro patron diventano più ‘poveri’.
I dati finanziari di ottobre sono pesantissimi per Meta.
Dopo anni di crescita vertiginosa in Borsa col marchio Facebook è arrivato il crollo verticale a Wall Street col nuovo nome: -69,34% negli ultimi dodici mesi, esattamente da quando Facebook si chiama Meta e Mark Zuckerberg ha puntato sul futuro del Metaverso.
A guidare le vendite del titolo: l’inflazione, il calo dei consumi, i timori geopolitici, l’aumento dei tassi.
Nell’ultimo trimestre Meta è sovraesposta agli annunci pubblicitari. Col mercato dell’advertising in ritirata, i bilanci grondano perdite. Soprattutto per i social network. E’ quanto riporta Fortuneitalia.
Quello che sta succedendo, in sostanza, è che un’era decennale di crescita vertiginosa nella pubblicità sui social si è interrotta bruscamente.
Gli inserzionisti statunitensi spenderanno 65,3 miliardi di dollari in reti come Facebook, Snap e Twitter quest’anno, con un aumento su base annua di appena il 3,6%. Una crescita dieci volte inferiore rispetto al 2021.
E così, i miliardari della tecnologia più ricchi del mondo, in quest’anno difficile, avrebbero perso più di 480 miliardi di dollari a causa della caduta del mercato azionario.
Questi sono di dati diffusi da Bloomberg Billionaires Index, che stila la classifica quotidiana delle persone più ricche del mondo. Una classifica in cui figurano, in ordine di miliardi, i tecno magnati Elon Musk, Jeff Bezos, Bill Gates, Larry Ellison, Sergey Brin, Steve Ballmer, e fuori dalla top ten, anche Mark Zuckerberg.
Il patrimonio netto di Mark Zuckerberg è crollato di 11,2 miliardi di dollari.
Le azioni di Meta, la sua società, hanno perso un quarto del loro valore dopo la diffusione della trimestrale. Le entrate della società sono rallentate per il secondo trimestre consecutivo e le perdite legate al Metaverso, la sua grande scommessa, sono aumentate. Finora quest’anno, la ricchezza dell’amministratore delegato di Meta è diminuita di oltre 87 miliardi di dollari. A oggi il suo patrimonio netto è di 38,2 miliardi: secondo la classifica di Bloomberg è la ventottesima persona più ricca del mondo.
Più ricco del patron di Menlo Park è oggi Giovanni Ferrero che controlla il Gruppo di famiglia, secondo produttore di cioccolato al mondo. I conti dell’azienda con sede ad Alba, in Italia, che vende cioccolatini Ferrero Rocher, Nutella, mentine Tic Tac e altri dolci in più di 170 paesi, vanno a gonfie vele. Ferrero è il 25esimo paperone per ricchezza con un patrimonio di 38,9 miliardi di dollari.
Tra i primi dieci ricchi all’inizio dell’anno ci sono Elon Musk , la persona più ricca del mondo, e Jeff Bezos , il fondatore di Amazon.
Anche loro hanno visto ciascuno oltre 58 miliardi di dollari di ricchezza spazzati via quest’anno. In passato entrambi si sono contesi il primato di persona più ricca del mondo. Poi Musk ha preso il largo ed è stabilmente al primo posto con un patrimonio di 204 miliardi. Segue Bezos con 127 miliardi.
Venerdì scorso le azioni di Amazon sono scese del 7%: Wall Street è rimasta delusa dalle previsioni di vendita della società per il trimestre in corso, che non sono state all’altezza delle aspettative degli analisti.
Anche i co-fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, che sono tra le 10 persone più ricche del mondo, hanno accusato un colpo al loro patrimonio netto.
Ognuno di loro ha perso più di 40 miliardi di dollari quest’anno: questa settimana Alphabet ha riportato il primo calo in assoluto nelle vendite pubblicitarie su YouTube. Fuori degli Stati Uniti Jack Ma ha fatto del suo ecommerce Alibaba uno dei più grandi imperi commerciali della Cina.
Ma quest’anno ha perso 9,3 miliardi dollari e, secondo l’indice, ha un patrimonio netto di 29,1 miliardi: è in trentasettesima posizione. MacKenzie Scott, che ha costruito la sua fortuna creando Amazon con il suo ex marito, Jeff Bezos, ha perso più di 31 miliardi di dollari.
Giovedì era l’unica donna tra i primi 20 magnati della tecnologia più ricchi.
È scesa al 45° posto nel giro di due giorni.