Dal ‘no’ al ‘ni’, la lingua italiana riflette i mutamenti della società
Il Metaverso è entrato anche nel vocabolario Zingarelli. L’evoluzione della lingua negli oltre 1.000 nuovi lemmi del dizionario 2023 della Zanichelli
Le parole? Sono sempre in movimento e raccontano l’evoluzione della lingua. Vecchi e nuovi termini si sovrappongono, alcuni di nuovi entrano nell’uso corrente, altri escono o si parcheggiano per un uso meno frequente fino a cadere in disuso o uscire magari letteralmente di scena.
Il nuovo Zingarelli 2023, lo storico vocabolario della lingua italiana edito dalla casa editrice Zanichelli, ci racconta appunto l’ulteriore trasformazione del nostro linguaggio facendo spazio tra le sue pagine a più di 1.000 nuovi lemmi, significati e nuove locuzioni in un aggiornamento digitale di parole nuove che vanno da “apprendimento ibrido” a “transizione ecologica”, “adultizzare” e “piedibus” per indicare il “servizio di accompagnamento a scuola a piedi di più bambini da parte di adulti secondo un percorso prestabilito, come se fosse un autobus”. Neologismi.
Questa edizione sembra in qualche modo riflettere un movimento, un cambiamento verso posizioni meno nette
Scrive l’editore: “Se gli anni scorsi le nuove parole raccontavano, da un lato, una società necessariamente segnata dalla pandemia, con un massiccio ingresso di termini tecnici e specialistici nel discorso comune (da “termoscanner” a “ossimetro”, da “zooantroponosi” a “salto di specie”) ma che fotografavano anche una forte polarizzazione di posizioni e opinioni, come per esempio i neologismi con prefisso anti- (vedi “antispecista”) o con prefisso no- (vedi “no-vax”, “no mask”, ecc.), questa edizione sembra in qualche modo riflettere un movimento, un cambiamento verso posizioni meno nette, come indicato per esempio dal crescente uso di ni- con valore di prefisso (sul modello di no) con il significato di ‘atteggiamento incerto’ rispetto a scelte che dividono i favorevoli e i contrari (“ni Tav”; “ni vax”)”.
Ecco dunque che altre nuove parole entrate in questa edizione raccontano di una realtà in evoluzione verso un mondo più sostenibile, come “transizione ecologica”, che indica – tra le altre cose – il processo di innovazione tecnologica che prevede la sostituzione delle fonti energetiche fossili con quelle rinnovabili, come “agricoltura di precisione”, che utilizza le più avanzate tecnologie (laser, sensori, risorse Internet, ecc.) ai fini di una produzione di qualità e una gestione ecosostenibile, assieme a termini come “biohotel” ed “ecostazione”.
Altri neologismi ancora parlano invece del cambiamento di modelli e atteggiamenti, come l’aggettivo “bioispirato”, che indica ciò che è realizzato sul modello di forme o sistemi viventi (un profilo aerodinamico bioispirato al volo degli uccelli) o “piedibus” – appunto – che sta per il servizio di accompagnamento a scuola a piedi di più bambini da parte di adulti secondo un percorso e un accordo prestabilito, come se fosse un autobus, pratica al polo opposto del cosiddetto “greenwashing”, che denota all’opposto un ambientalismo solo di facciata, “specialmente da parte di un’azienda che vuole presentarsi come ecologicamente responsabile, anche se solo in apparenza”.
Entrano anche termini come “decumulo” o “metaverso”
Mille lemmi in più non sono poca cosa. Sono un segnale di vivacità linguistica, segno che l’italiano è una lingua viva che s’adatta alle trasformazioni anche sociali, economiche, di costume e di stile di vita. E così, Altre parole ancora raccontano di un movimento verso abitudini e stili di vita più essenziali, come “decluttering”, che significa l’eliminazione del superfluo, anche in senso figurato (decluttering mentale) o “decumulo”, altro termine caratterizzato dal prefisso de-, che indica privazione, e denota una strategia di riduzione progressiva di beni in precedenza accumulati, come può essere per esempio “de-crescita” più o meno felice che sia, termine già in voga da tempo.
D’altro canto, alcuni neologismi raccontano di una realtà sempre più dematerializzata, come “metaverso”, cioè uno spazio virtuale che l’utente può abitare col proprio avatar, dove forse in futuro potrà svolgersi il cosiddetto “apprendimento ibrido”, cioè realizzato in parte in presenza, in parte da remoto.
Le parole del cambiamento non si esprimono soltanto con una maggiore attenzione alle risorse ambientali o agli stili di vita, ma anche con la sensibilità verso temi sociali e gruppi di persone specifici. Per esempio, il termine “abilismo”, che indica il riconoscere valore solo a chi è abile, con conseguente atteggiamento discriminatorio nei confronti delle persone disabili; “fat shaming”, cioè la derisione di una persona per il suo peso considerato eccessivo; “adultizzare”, che significa far sembrare o trattare da adulto chi adulto non è, come certa pubblicità che rischia talora di adultizzare i bambini; o “catcalling”, che denota una molestia verbale nei confronti di una donna.
E infine “sindemia”, termine che indica la sovrapposizione di un’epidemia a pregresse condizioni generali negative (per esempio la malnutrizione in una popolazione) che ne aggravano necessariamente gli effetti. Parole e termini entrati più o meno nell’uso corrente. O anche solo da imparare.
Dai tempi di Dante molta acqua è scorsa sotto i ponti…