SOSPESI I MUTUI E LE RATE DEI PRESTITI PER LE IMPRESE PUGLIESI NENEFICIARIE DI FINANZIAMENTI REGIONALI
” Abbiamo deciso di bloccare per 8 mesi, cioè fino alla fine di giugno 2023, il pagamento delle rate di tutte le misure di agevolazione concesse a circa 16 mila imprese pugliesi,: da “Microcredito” a “NIDI”, da “Tecnonidi” al “Fondo a favore delle Reti per l’Internazionalizzazione”. Ha dichiarato il Vice Presidente Raffaele Piemontese
La Regione Puglia ha tante misure di agevolazione per le micro, le piccole, le medie e le grandi imprese. Grazie a queste misure la nostra economia è tra le più vivaci d’Italia.
Per tutte le altre misure che incentivano le imprese – Titolo II Capo 3, Titolo II Capo 6, Titolo II Circolante, contratti di programma, piani integrati di agevolazione e altri – abbiamo chiesto all’Associazione Bancaria Italiana la sospensione dei mutui degli investimenti fatti.
Durante la pandemia abbiamo fatto scelte eccezionali. Oggi che si è scatenata la tempesta del caro energia e del caro bollette, facciamo quest’altra scelta eccezionale sempre con lo scopo di mantenere forte e reattiva la nostra economia.
Dal bar alle imprese manifatturiere, le diverse realtà economiche potranno prendere un po’ di respiro, in attesa che cessi la speculazione mondiale e finisca la guerra della Russia all’Ucraina.
Un’altra misura che abbiamo assunto con la delibera di giunta approvata ieri riguarda le imprese che hanno avuto agevolazioni dalla Regione Puglia ma che non ce l’hanno fatta a mantenere l’impegno di non licenziare nessuno.
Come era nei patti, dovranno restituirci il 10 per cento di quelle agevolazioni: abbiamo mantenuto fermo il principio che avevamo stabilito per premiare chi avrebbe mantenuto i posti di lavoro.
Ma siccome viviamo nella realtà e la realtà sta ponendo condizioni durissime, non infieriamo impedendo per 6 anni l’accesso a nuove agevolazioni alle aziende che hanno dovuto licenziare.
Una punizione così aspra pensiamo che impedirebbe loro di crescere cogliendo le tante opportunità che ci sono e ci saranno. Finiremmo per cancellarle dal mercato. E quindi di perdere ancora più posti di lavoro.
Queste settimane di angoscia forse ci hanno fatto dimenticare cosa accadde appena due anni fa, quando i lockdown avevano paralizzato tutta la vita delle nostre città. A giugno del 2020 ero negli uffici regionali a prendere decisioni che hanno salvato la nostra economia.
E non lo dico io. Ce lo ha riconosciuto la Commissione europea, la Banca d’Italia, la Corte dei conti. E anche l’agenzia internazionale di rating Moody’s, quella che giudica la capacità degli Stati, degli enti territoriali e dei privati di onorare i propri debiti.
Con la riprogrammazione delle risorse dei fondi strutturali europei per rispondere alla crisi causata dalla pandemia abbiamo destinato 850 milioni di euro a sostegno, in particolare, delle piccole e medie imprese, dei professionisti e dei lavoratori autonomi. Risorse che sfiorano ormai il miliardo di euro, se ci aggiungiamo il Microprestito e l’avviso “Custodiamo le imprese”.
Aldilà di queste sigle, conta il modo con cui abbiamo fatto e facciamo il nostro mestiere di politici e di amministratori.
Scegliere come e dove destinare le risorse è il nostro principale test di affidabilità, specie in questi tempi eccezionali. Di sicuro è il test di affidabilità di un assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione dei fondi europei: responsabilità che ricopro da 7 anni.
E, quando si tratta di scegliere, io so che il lavoro e l’economia sono la prima cosa che dobbiamo difendere e mantenere forti.