Focus Meloni sui dossier energia ed esteri
La presidente di FdI ha visto il ministro Cingolani sui costi energetici e sentito al telefono Zelensky e Netanyahu
Giorgia Meloni ha visto Cingolani sul caro energia (con lui ha condiviso il dossier per cercare di capire quali sono i margini di trattativa), “sosterremo in Europa – fanno sapere in serata fonti di Fdi – ogni azione volta a contrastare i fenomeni speculativi e gli ingiustificati aumenti del costo dell’energia e appoggeremo ogni iniziativa condivisa di concreto aiuto a famiglie e imprese”.
E ha sentito al telefono il presidente ucraino Zelensky – per confermare il sostegno a Kiev ha e ribadire che “la dichiarazione di annessione di quattro regioni ucraine da parte della Federazione Russa non ha alcun valore giuridico e politico” – e il presidente del Likud ed ex premier israeliano Benjamin Netanyahu, ricandidato alle elezioni politiche del prossimo 1 novembre, per rilanciare “le opportunita’ di cooperazione soprattutto in ambito energetico” e “l’impegno comune per la stabilita’ nel Mediterraneo e in Medio Oriente”.
Una giornata dedicata in primo luogo alla politica estera e al caro energia. Del resto lo stesso Salvini afferma che fronteggiare l’aumento delle bollette deve essere “la priorità, di tutto il resto se ne parlerà dopo”.
E anche Berlusconi non ha mai nascosto la preoccupazione per la situazione economica. Però i leader di FI e della Lega, pur sottolineando più volte la fiducia nell’operato del presidente di Fdi, attendono riscontri sui ‘desiderata’ riguardo ai ministeri.
Il Cavaliere punta sul coordinatore azzurro Tajani per gli Esteri e c’è chi in FI rimarca come il partito potrebbe puntare alla casella della Sanità (magari per l’ex vicepresidente della Camera Mandelli), sulle Infrastrutture (o Difesa) e sull’Istruzione. Berlusconi potrebbe essere a Roma la settimana prossima per occuparsi del dossier. La Lega ha già fatto sapere le proprie richieste: Viminale, Agricoltura, Infrastrutture e Riforme e Autonomia.
“Meloni lavora giorno e notte sulla lista dei nomi”, ha sottolineato La Russa e la stessa presidente di Fdi ha spiegato di voler fare presto, perché ci sono urgenze da affrontare. Ma occorrerà aspettare ancora, soprattutto per quel che riguarda i ministeri chiave. Il centrodestra alle consultazioni potrebbe andare unito ma la lista per i ministri dovrebbe essere concordata con gli alleati solo dopo l’incarico ricevuto da Meloni. Poi sui dicasteri più importanti il presidente di Fdi si confronterà con il Capo dello Stato. Ma il timore degli alleati di Fratelli d’Italia è che la presidente del Consiglio in pectore voglia tenere i nomi dei ministri nel cassetto fino all’ultimo.
E che possa ‘giocare’ a dividere Forza Italia e la Lega. In realtà più volte tutti i leader del centrodestra hanno ripetuto che la coalizione governerà coesa per cinque anni. Ma – spiegano fonti parlamentari di FI e Lega – “non vorremmo che succeda quello che è accaduto con Draghi”. Perché il sospetto è che il presidente di Fdi voglia scegliere i nomi all’interno dei partiti dell’alleanza. Più volte da Fratelli d’Italia è stato ribadito che non ci sono veti ma l’attesa cresce e sia Berlusconi che Salvini mirano a tenere il punto su alcune caselle e le relative figure a cui ‘affidarle’. Entrambi però professano cautela (il segretario della Lega oggi ha evitato di fare nomi), rimarcando solo che l’esecutivo dovrà essere politico. Del resto in Fdi è stato più volte ripetuto che si sceglierà in base alle competenze, “dovrà essere un governo dei migliori”.