Il DL PNRR 2 AMPLIA LE SPESE AMMISSIBILI DEL FONDO INNOVAZIONE TECNOLOGICA E DIGITALIZZAZIONE

L’obiettivo è includere tra gli interventi ammissibili le misure per la transizione digitale del paese previste dalle rispettive strategie nazionali per l’intelligenza artificiale, la banda ultralarga e i dati aperti.

Istituito con il decreto Rilancio e rifinanziato con la Manovra 2022, il Fondo per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione viene utilizzato per coprire le “spese per interventi, acquisti e misure di sostegno a favore di una strategia di condivisione e utilizzo del patrimonio informativo pubblico a fini istituzionali, della diffusione dell’identità digitale, del domicilio digitale e delle firme elettroniche, della realizzazione e dell’erogazione di servizi in rete, dell’accesso ai servizi in rete tramite le piattaforme abilitanti previste dagli articoli 5, 62, 64 e 64-bis del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, nonché per i servizi e le attività di assistenza tecnico-amministrativa necessarie”.

FONDO INNOVAZIONE TECNOLOGICA  e DIGITALIZZAZIONE: COSA CAMBIA CON IL DECRETO PNRR 2?

Il decreto n. 36-2022 riformula l’elenco degli interventi ammissibili al Fondo, con l’obiettivo di estendere l’accesso anche a quelle misure per la digitalizzazione del paese previste dalle strategie che l’Italia ha adottato negli ultimi anni, tra cui: la strategia nazionale per l’intelligenza artificiale, la strategia nazionale per la bandaultralarga e la strategia nazionale dei dati pubblici.

Con la riformulazione del dl PNRR 2 il Fondo va a coprire le spese per “interventi, acquisti di beni e servizi, misure di sostegno, attività di assistenza tecnica e progetti nelle materie dell’innovazione tecnologica, dell’attuazione dell’agenda digitale italiana ed europea, del programma strategico sull’intelligenza artificiale, della strategia italiana per la banda ultra larga, della digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e delle imprese, della strategia nazionale dei dati pubblici, anche con riferimento al riuso dei dati aperti, dello sviluppo e della diffusione delle infrastrutture digitali materiali e immateriali e delle tecnologie tra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, nonché della diffusione delle competenze, dell’educazione e della cultura digitale”.

Inoltre, per l’individuazione degli interventi cui destinare le risorse del Fondo – da effettuare tramite apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o del ministro delegato per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione – si terrà conto anche delle competenze attribuite alla nuova Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

In questo modo il Fondo, oltre ad allinearsi alle novità normative e strategiche del paese, amplia il proprio raggio d’azione per sostenere al meglio la transizione digitale del paese.

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