PNRR, LE PA POTRANNO ASSUMERE PENSIONATI PUBBLICI E PRIVATI: ESCLUSI I QUOTACENTO
Pronti a tornare al lavoro come consulenti dello Stato anche se in pensione. Stop del governo, per 5 anni, alle norme sulla spending review che vietano di assegnare incarichi ai dipendenti pubblici a riposo.
Fino al 31 dicembre 2026, le amministrazioni coinvolte da progetti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, quindi ministeri, Regioni, Comuni, Province e città metropolitane, potranno conferire incarichi di consulenza retribuiti (per non più di tre anni) a lavoratori che siano andati in pensione. La norma vale per tutti ma, in caso di pensionamento anticipato con quota 100, devono essere trascorsi almeno due anni.
GLI INCARICHI
I pensionati cooptati tra le fila della Pubblica amministrazione potranno svolgere incarichi di responsabili unici del procedimento. Per accedere ai concorsi pubblici sarà però necessario registrarsi al Portale InPa, che sta per diventare la piattaforma unica per centralizzare le procedure di reclutamento della pubblica amministrazione. Anche le Regioni e gli altri enti locali dovranno interfacciarsi con il nuovo sito web, una sorta di LinkedIn di Stato. Dal 1° luglio, infatti, le assunzioni a tempo determinato e indeterminato nella Pa, così come tutte le procedure di mobilità, dovranno passare dalla piattaforma attivata dal governo nei mesi scorsi.
LE CANDIDATURE
Possibile registrarsi gratuitamente al portale InPa tramite Spid e carta di identità elettronica. All’atto della registrazione, gli aspiranti dipendenti pubblici dovranno compilare il proprio curriculum e indicare un indirizzo di posta elettronica certificata dove ricevere tutte le comunicazioni relative al concorso. Sul portale del reclutamento, le pubbliche amministrazioni dovranno pubblicare gli avvisi di selezione e, in un’apposita sezione, gli avvisi delle procedure di mobilità a cui il personale interessato potrà candidarsi previa registrazione, corredata come detto dal curriculum in formato digitale.
GLI OBIETTIVI
Nei giorni scorsi, il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, ha spiegato che l’obiettivo è riportare il numero di dipendenti pubblici, tra cinque anni, a quota 4 milioni, contro i 3,2 milioni attuali, abbassando di 5-6 anni l’età media, ora sopra i 50 anni. Vale a dire il livello più alto in tutta Europa. Non solo. Il nuovo programma di formazione avviato dal ministero guidato da Brunetta, punta ad accrescere le conoscenze e le competenze dei lavoratori pubblici con l’iscrizione a corsi di laurea e master in tutte le università italiane aderenti e a mettere in pista programmi formativi specifici per sostenere le transizioni previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.