William Hurt: il premio Oscar distrutto dal cancro senza morfina
di Francesca Berger
William Hurt è stato un attore con grandi capacità camaleontiche. Nato a Washington il 20 marzo 1950, dove ha vissuto solo fino all’età di sei anni perché il padre Alfred McCord Hurt, un funzionario governativo si trasferì poi all’isola di Guam al Dipartimento di Stato, quando i genitori si separano, il padre si sposta in Sudan e Somalia per lavoro, mentre la madre Claire McGill segretaria di redazione al Time, dopo il divorzio sposa Enrico Luce III, erede delle riviste Time e Life.
Hurt resta con la mamma nel Middlesex, il patrigno vedendolo come un ragazzo turbolento e viziato dagli agi, decide di mandarlo a studiare alla Tufts University di Medford nel Massachussetts, dove entra laureandosi in teatro e teologia, durante il corso di studi incontra un’attrice statunitense che diventa la sua prima moglie Mary Beth Hurt, dalla quale non ha avuto figli, successivamente il giovane William studia recitazione con John Houseman alla Julliard, e diventa un attore di teatro lavorando anche con la notissima Circle Repertory Company di New York , ottenendo così di arrivare al cinema nel 1980.
A quel tempo pare che l’attore facesse già uso di droghe, e forse il regista Ken Russell colse in lui quel tipo di sensibilità alterata, che lo indusse a volerlo nella pellicola “Stati di allucinazione” nelle vesti dello scienziato Eddie Jessup, che ambendo esperienze exstrasensoriali durante le sue ricerche sulle origini della vita allo stato primordiale, decide di sottoporre se stesso a degli esperimenti attraverso l’uso di sostanze allucinogene, che pur facendogli vivere esperienze affascinanti al limite della concezione umana, oltre a procurargli allucinazioni terribili, gli provocano mutazioni genetiche e biologiche, pur essendo la sua prima interpretazione Hurt è eccezionale.
Il fantafilm è un enorme successo e porta all’attore numerose proposte in altri film, nei quali lui sembra superare se stesso ogni volta, come nel ruolo dell’avvocato nell’indimenticabile film noir Brivido caldo (Body Heat) di Lawrence Kasdan, thriller fondamentale del cinema degli anni ‘80, scritto e diretto da Lawrence Kasdan, dove resterà nell’immaginario eterno del cinema la figura dello strepitoso attore che sta per entrare in auto: alto, vigoroso, bellissimo con i suoi occhi azzurri, biondo e abbronzato, con lo sguardo profondo e sensuale di quelli che di base sono timidi, la pelle del volto umida per il caldo torrido dell’estate in Florida, il vento fra i capelli, tra il tintinnio di decine di scacciapensieri osserva la villa dove si trova la stupenda Matty (Kathleen Turner), che lo ha appena salutato rifiutandolo, e lì col guizzo un po’ bohemien, e l’impeto della passione travolgente, lui prende a correre verso l’ingresso della casa acchiappando al volo una sedia da giardino con la quale infrange la vetrata d’accesso all’abitazione della donna, volto a possederla ad ogni costo, mentre lei ormai arresa al furore di quella frenesia d’amore palpitante lo accoglie tra le braccia per cedervi totalmente diventando sua, e da quel momento loro saranno due amanti maledetti.
La portentosa interpretazione di un gay travestito, e imprigionato nella cella di una prigione brasiliana con un rivoluzionario, valse a William Hurt l’Oscar come miglior attore nel 1985: “Il bacio della Donna Ragno” (Kiss of the Spider Woman) regia di Hèctor Babenco.
In totale l’attore è stato candidato all’Oscar quattro volte: nel 1986 e nel 1987 ottenne la nomination quale protagonista per i film “Figli di un dio minore” e “Dentro la notizia”, e migliore attore non protagonista nel 2006 con “A history of violence” .Negli anni ’90, pur mantenendo un profilo alto, Hurt limita le sue scelte cinematografiche rifiutando anche il ruolo principale in Jurassic Park, preferendo ai film di grande portata commerciale, ruoli più interessanti come in “Smoke”di Wayne Wang, e “Michael” di Nora Ephron con John Travolta.
Purtroppo la vita ha chiesto la riscossione di quello che sembra essere un dazio anche a William Hurt, ad avere l’onere del triste annuncio è stato uno dei suoi figli: “È con grande tristezza che la famiglia Hurt piange la scomparsa di William Hurt, padre amato e attore premio Oscar, il 13 marzo 2022, una settimana prima del suo 72° compleanno. La famiglia chiede privacy per questo momento delicato”.
L’attore che dalle dichiarazioni dell’entourage pareva essere fortunatamente deceduto serenamente e stringendo le mani di chi lui amava molto, nella realtà secondo altri, tra cui il figlio Alexander, avrebbe invece sofferto molto dal 2018 per un cancro alla prostata che aveva poi metastatizzato fino alle ossa, tra l’altro avendo rinunciato da tempo agli eccessi ha preferito sopportare tutte le sofferenze senza il supporto della morfina.William Hurt che è morto a Portland il 13 Marzo 2022 lascia 4 figli: Samuel Hurt e William Hurt nati dal matrimonio con Heidi Henderson, Alexander Devon Hurt avuto dalla relazione con Sandra Jennings, e Jeanne Bonnaire Hurt avuta da Sandrine Bonnaire.
Tra gli altri film famosi del divo hollywoodiano di cui torneremo a parlare: “Il grande freddo” e “Gorky Park” del 1983, “Turista per caso” del 1988, e “T’amerò fino ad ammazzarti” che appartiene al 1990, poi “Il grande freddo” un film epocale, protagonista anche dello straordinario “Jane Eyre” di Franco Zeffirelli, e “Prove d’accusa” nel 97, “ Fino alla fine del mondo” di Win Wenders. In seguito ha fatto delle incursione nella TV del Quebec.