LA CYBER GUERRA CONTRO PUTIN SPIEGATA A SPECIALE TG1 DALL’AVV. STEFANO MELE
Ieri sera, dalle 23.40 in poi, in diretta su Rai1, all’interno dello Speciale #TG1 di #MonicaMaggioni, per approfondire il ruolo del #cyber spazio nel conflitto tra #Russia e #Ucraina c’era l’esperto foggiano Stefano Mele.Le sue analisi hanno ormai, da diversi anni, un’attenzione internazionale.La sua semplicità di esposizione permette di comprendere più facilmente in cosa consiste la cyber guerra contro la Russia!#cybersecurity#cyberwar#war
La guerra di Anonymous al fianco di Kiev. “Siamo in guerra contro Putin”, annuncia il gruppo di hakers
Storicamente dietro i loro maggiori successi si sono nascoste le operazioni di alcuni Stati che hanno trovato molto comodo in determinati periodi storici nascondere la propria identità dietro l’ormai celebre maschera di Guy Fawkes” Anonymous ha rivendicato gli attacchi contro il sito Internet del Cremlino. “No. Anonymous non è in guerra con la Russia. Siamo in guerra contro Vladimir Putin. Il popolo russo non sostiene la guerra di aggressione di Putin contro il popolo ucraino”, ha scritto il gruppo di hacktivisti su Twitter.
Alcuni siti web governativi russi, compresi quelli del Cremlino e del ministero della Difesa, sono irraggiungibili dopo essere stati oggetto di un attacco hacker rivendicato da Anonymous. ”Abbiamo mandato offline i siti governativi e girato le informazioni ai cittadini russi in modo che possano essere liberi dalla macchina della censura di Putin”, ha comunicato il collettivo aggiungendo di essere al lavoro “per garantire al meglio la connessione online del popolo ucraino”.
Nella rete di Anonymous sarebbero finite anche l’emittente russa RT, la società di armi Tetraedr e un’azienda bielorussa fornitrice dell’esercito russo. Irraggiungibile anche il sito dell’Autorità per le telecomunicazioni russa. I canali tv russi, hackerati, hanno trasmesso canzoni ucraine.
La dichiarazione di “guerra” contro la Russia da parte di Anonymous è comprensibilmente passata un po’ sottotraccia nella stampa generalista. Normalmente, infatti, le attività di questo gruppo di hacktivisti non interessano particolarmente chi si occupa di sicurezza nazionale, men che mai durante un conflitto convenzionale. In questo caso, però, questa sottovalutazione potrebbe essere un errore. Infatti, seppure normalmente le operazioni cibernetiche di questo collettivo si limitino ad avere un impatto medio-basso su chi le subisce ed effetti decisamente ridotti (per esempio defacement di siti web, sottrazione di dati personali, eccettera), se si guarda alla storia di Anonymous si potrà notare che dietro i loro maggiori successi, ovvero dietro gli attacchi cyber più eclatanti, in realtà, si sono nascoste le operazioni di alcuni Stati, che hanno trovato molto comodo in determinati periodi storici nascondere la propria identità dietro l’ormai celebre maschera di Guy Fawkes.